Castello di Mancapane

Il castello di Mancapane (909 metri) è ritenuto dagli studiosi uno tra i più importanti castelli con recinto delle Alpi. Costruito nel tredicesimo secolo come punto di avvistamento per il principale castel Grumello (491 metri) è stato danneggiato dai Grigioni nei primi anni del millecinquecento. La struttura, comunque ben conservata, comprende un torre di avvistamento ed un recinto murario. Il piccolo cortile interno, un tempo, poteva accogliere diverse persone in caso di attacchi. La visita al castello può fare da cornice ad una bella passeggiata tra le antiche contrade rurali della zona. Dalla strada panoramica dei Castelli, all'altezza di Montagna in Valtellina, si seguono le indicazioni per l'alpe Mara (1749 metri). La strada, sempre asfaltata, tocca le frazioni di Farina e Cà Vervio (667 metri) oltre le quali è necessario deviare a sinistra. Alternando colture e boschi si giunge alla contrada Zoia (904 metri) dove, poco più avanti, è possibile lasciare l'automobile nell'ampio parcheggio della chiesa di Santa Maria Perlungo (913 metri). Qui venne ritrovata una lapide nord-etrusca ora custodita presso il museo di Sondrio. Il luogo, facilmente accessibile per buona parte dell'anno, offre un vasto panorama sulle Alpi Orobie e sulla città di Sondrio. Ci si incammina verso est seguendo la strada asfaltata. Ignorata la deviazione sulla destra si sale decisi nei fitti boschi fino a raggiungere la contrada Bèdola (1010 metri). Nel centro del borgo si devia a sinistra per la strada che conduce alla frazione San Giovanni (1002 metri). Dopo un tratto ripido, la strada spiana e quindi attraversa il torrente Davaglione per poi raggiungere la parte alta della contrada San Giovanni. Vale la pena far visita alla chiesetta che, insieme a quella di Santa Maria Perlungo sembrano vigilare sul castello di Mancapane. Ora si deve raggiungere Cà Bongiasca (923 metri). Si può seguire la strada asfaltata oppure percorrere le vecchie mulattiere arrivando in pochi minuti alla frazione. Qui troviamo le indicazioni per il Castello, che appare maestoso appena imboccato il sentiero che lo raggiunge. Si entra nel bosco camminando in direzione di una valletta dove un bel ponticello in legno ci permette di attraversare un ruscello, immissario del torrente Davaglione. Si risale poi diagonalmente il dosso sul quale sorge l'imponente bastione. Le nuove scale in metallo permettono di visitare sia il cortile interno che la torre. Il tutto appare relativamente poco spazioso tanto da giustificare il nome "Mancapane". Infatti, l'autonomia del castello doveva essere limitata, quindi i suoi occupanti potrebbero aver esaurito le risorse per il sostentamento durante un assedio. Il nome sembra però essere legato a quello di una famiglia proprietaria della struttura, i "De Capitani". Visitato il castello si ripercorre il sentiero principale per qualche decina di metri per poi dirigersi verso est scendendo nella valle del Davaglione. Qui si nota un canale dell'acqua che, più a valle, alimenta il mulino di Cà di Mazza, un particolare mulino a "Schiaffo" dove la ruota collegata direttamente alle macine sfrutta la velocità dell'acqua anziché il suo peso, come avviene nella maggior parte dei mulini valtellinesi. Visitato il mulino, si prosegue in leggera salita per Cà Zoia e quindi si raggiunge la chiesa di Santa Maria Perlungo, punto di partenza dell'intero giro.



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